Nonostante oggi il giorno di San Valentino sia per molti ( diciamo per la maggior parte ) un'occasione per spendere soldi o "ricordarsi" che si è innamorati di qualcuno, questa festa ha origini assai più profonde e dignitose. Ovviamente nella cultura italiana soprattutto, questa giornata viene ricordata come il giorno di San Valentino. Ma vi siete mai chiesti che origini ha? Pensate che nasca tutto da un santo cristiano?
Ecco cosa ho trovato su un sito ( http://www.shan-newspaper.com ):
La ricorrenza di San Valentino, oggi conosciuta come la festa degli innamorati, deriva da una festa celtica che celebrava l’amore universale, l’amore verso la Natura, verso Madre Terra con tutte le specie che l’abitano. La fratellanza e l’amicizia. Un significato quindi molto più ampio e profondo della concezione attuale.
La festa di San Valentino, celebrata in gran parte del mondo, soprattutto in Europa, nelle Americhe ed in Estremo Oriente, è stata cooptata dalla Chiesa che l’ha sostituita ad una precedente ricorrenza pagana, la festa delle Lupercalia. I Lupercali erano una festività romana che si celebrava in onore del dio Luperco, protettore del bestiame.
Ma è noto che i romani attingevano a piene mani, per i loro riti, simboli e ricorrenze, alla tradizione celtica. E in effetti se vogliamo conoscere il vero significato di questa ricorrenza dobbiamo ricercare nelle sue origini celtiche.
La festa degli innamorati nasce da un popolare rito pagano per la fertilità, che la Chiesa cattolica ha fatto suo. Fin dal quarto secolo a.C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna e opportunamente mescolati. Un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. Per mettere fine a questa pratica la Chiesa ha cercato "un santo degli innamorati", identificandolo nel vescovo Valentino, martirizzato circa 200 anni prima.
Il rito celtico tuttavia non si limitava a celebrare la vita, bensì a festeggiare l’unione con tutte le forme di vita e con il pianeta stesso.
Ancora oggi questa festa viene celebrata nella sua accezione originaria dai Popoli autoctoni d’Europa, quelle culture invisibili che hanno conservato le loro tradizioni nonostante le persecuzioni religiose. Oggi in Europa sopravvivono molte comunità tradizionali di culture autoctone che continuano incessantemente a mantenere vive le loro conoscenze tradizionali.
Secondo alcune di queste culture autoctone, la ricorrenza di San Valentino è la Festa dell’Amore Universale, chiamata secondo un antico linguaggio “Shuda Shali”.
E' la celebrazione dello Shali, cioè l'amore universale che lega tutta l'esistenza e tutte le forme di vita, senza distinzioni di sorta che possano dividere, ruolizzare o gerarchizzare. Anticamente questo giorno veniva festeggiato con un patto simbolico tra gli uomini, una sorta di dedica di Pace per tutta l'umanità e verso tutte le altre creature viventi.
Le feste celtiche hanno sempre un risvolto intimista, riferito ad una esperienza interiore. La festa dell’Amore suscitava una sintonia completa verso la natura, che si esprimeva nel concetto di essere “vento nel vento”.
La ricorrenza veniva celebrata innalzando un grande palo guarnito di lunghi nastri colorati e addobbato con fiori multicolori, attorno al quale venivano organizzate grandi danze collettive. Lo stesso palo veniva poi innalzato nuovamente a maggio per la festa celtica di Beltain.
Ma il Vescovo Valentino? Non possiamo dimenticarci di lui senza prima raccontare brevemente la leggenda che lo vede protagonista.
A Roma, nel 270 D. C il vescovo Valentino di Interamna, (oggi è la città di Terni), amico dei giovani amanti, fu invitato dall'imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato.
La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, sia "caduto" nell'amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d'addio: "dal vostro Valentino," una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore.
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